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Depeche Mode - Spirit [3/5] (Alan Wilder, dove sei?)

By martchelo on mercoledì, marzo 22, 2017

Spirit è il 14° (QUATTORDICESIMO) album in studio dei Depeche Mode e segue a distanza di 4 anni Delta Machine, lavoro che ottenne un successo notevole. Io, che seguo i Depeche Mode da sempre, ne sono allo stesso tempo un grande ammiratore e un critico attento: mi avvicino quindi circospetto all'ascolto di Spirit.

Vi risparmio la solita tiritera sulle band di lungo corso: il mestiere di norma prende il sopravvento sull'ispirazione confinando i risultati artistici in un limbo formalmente corretto ma nulla più. Non mi aspetto che Spirit faccia eccezione, mi chiedo però se dopo la sbandata di Sounds of the Universe i Depeche siano tornati in linea di galleggiamento. Bastano pochi ascolti per poter dire che si, ci siamo allontanati dal rischio naufragio e possiamo ascoltare Spirit con animo leggero. I 12 brani sono ben scritti e si inseriscono nel collaudato solco tipico degli ultimi anni dei Depeche Mode: un elettro-blues di facile presa con qualche lontana eco dei fasti new wave e industrial.
Proprio l'aspetto sonoro è quello verso cui sono più critico: se pensiamo agli straordinari fasti del passato ci troviamo ora di fronte a suoni semplici, poco articolati, spesso molto diretti per non dire banali (anche se qualche eccezione la troviamo in questo album). Chi, come me, ha amato i Depeche dark e industrial, le loro canzoni cupe e ricche di mille risvolti sonori non può non storcere la bocca di fronte alla ormai consolidata svolta rock (che poi io ami questo genere musicale è un altro discorso): lo stile compositivo di Martin Gore nonché il cantato di David Gahan vanno in questa direzione, che è buona per approcciarsi ad un nuovo tour ma mi lascia molto tiepido. Non voglio necessariamente iscrivermi al club delle vedove di Alan Wilder però certo che una volta era tutta un'altra cosa...

 
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