Bruce Springsteen, Tom Petty, Jackson Browne ma anche Bob Dylan e addirittura i Pink Floyd. I The War On Drugs di Adam Granduciel più che un gruppo sembrano una compilation, una raccolta di nomi famosi del passato. Infatti anche in questo Lost In The Dream, terzo album dei War On Drugs, così come avveniva nel precedente Slave Ambient, il citazionismo supera il segno per sconfinare in un'inconsolabile nostalgia dei tempi che furono.
E' tutto molto didascalico, apparentemente sotto traccia e intriso del più classico sound americano. A bilanciare parzialmente l'ampio saccheggio dei classici a stelle e strisce contribuiscono le incursioni chitarristiche strabordanti di feedback che riportano alla mente il grandissimo David Gilmour, chitarra solista dei Pink Floyd. Non siamo certo a quei livelli, però qualcosa del mood Pink Floyd emerge a tratti in Lost In Dream.
La voce di Adam Granduciel è flebile e impersonale, se ne sta in disparte lasciando alla musica ampio spazio. Spazio in parte desolato, in parte lussuosamente arredato, dipende dalla prospettiva che si sceglie. Di certo c'è l'enorme nostalgia che pervade l'intero Lost In The Dream, la sostanziale normalità delle canzoni dei War On Drugs, confezionate con cura e classe innegabili ma incapaci di aggiungere alcunché a un ambito musicale che ha dato il meglio più di 20 anni fa.