Sono anni che leggo recensioni molto positive degli album dei Real Estate. Questa volta tocca ad Atlas, recensito con un roboante 8.8 dalla bibbia indie, l'ottimo (di solito) Pitchfork. E al di là di Pitchfork trovare recensioni negative di questo album è quasi impossibile. Dunque il problema siamo io e i miei ascolti passati. Forse.
In successione ecco le mie azioni e reazioni:
- sorpresa
- probabilmente in passato non li ho ascoltati con sufficiente attenzione
- questa volta mi metto lì con calma e li valuto davvero bene
- se tutti ne parlano bene del resto un motivo ci sarà
- apro spotify e ascolto
- ascolto una seconda volta
- mah
- forse serve il solito terzo ascolto
- mah ++
- devo fare un quarto ascolto?
- ero distratto anche questa volta?
- com'è che erano le canzoni?
Niente da fare, tutta la mia buona volontà non è sufficiente a farmi apprezzare i Real Estate giunti con Atlas al loro terzo album. L'etereo dream-pop dei ragazzi del New Jersey è veramente impalpabile, tutto rimane costantemente nell'ambito del carino-ed-innocuo, i toni sempre misurati e lievi, le melodie sfuggenti. Se non addirittura assenti. Non c'è anima, non c'è pathos, tutto è (volontariamente, si suppone) sotto traccia, nè gli strumenti nè la voce si fanno in alcun modo notare. E annoia mortalmente, album così se ne possono fare uno a settimana. E tutti passerebbero piacevolmente innocui. Zzzzz......