Non capita spesso, ma quando accade si scoprire qualcosa di nuovo, o perlomeno di sconosciuto ma denso di qualità e promesse è lecito gioire. E oggi gioisco! I Lonely Heart Show guidati da Cris Fehr pubblicano il loro primo album, Hope in Shadows, ed è un grande esordio.
Atmosfere noir, ritmi lenti, voce calda e grandemente espressiva, stile compositivo degno di nota, classico ma non vecchio. Mi sto forse facendo un po' prendere dall'entusiasmo, quindi meglio se mitigo un po' il tutto. Hope in Shadows è un album già sentito, ricorda molti artisti, gli stessi Lonely Heart Show fanno riferimento a Johnny Cash e Mark Lanegan, io aggiungo anche i National, giusto per avere un riferimento indie.
Il punto di forza (e di debolezza) dell'album è il suo essere classico, a tratti prevedibile, ma sempre denso di musica torbata, atmosfere grigie e brumose, odore di whiskey nell'aria. Ok, ok, la finisco con le metafore, in fondo sono sobrio e il senso di questo album penso di averlo reso.
Ho un dubbio: qual'è la profondità di questo album, come si comporterà alla prova del tempo? Al tempo la sentenza, i Lonely Heart Show sono un'incognita, una promessa, tra qualche mese capirò se Hope in Shadows avrà fatto breccia nella mia discografia o se si sarà docilmente accomodato in un angolo, inevitabilmente polveroso: Loners' Lullabye.