Giunti al quinto album gli Shearwater si sdoganano del tutto dagli Okkervil River, dei quali sono una costola visto che Jonathan Meiburg e Will Sheff provengono proprio dalla band texana. I punti di contatto tra i 2 gruppi, com'è ovvio, non mancano ma va detto che gli Shearwater evidenziano un'autonomia creativa che li rende diversi e degni d'essere considerati come un progetto vero e proprio e non un passatempo dopolavoristico.
Rook è caratterizzato da sonorità acustiche, ritmi lenti e una voce esile e acuta che rimanda ai Radiohead ma anche a Antony.
Dicevo che i ritmi sono lenti, ma forse farei meglio a dire lentissimi, tali che quando (molto raramente) gli Shearwater emettono suoni non flebili ci si sveglia allarmati di soprassalto.
Rook è un disco di genere, adatto a chi non cerca forti emozioni ma piuttosto un album che sia un fedele compagno di viaggio; anche se sul depresso andante.