What a terrible world, what a beautiful world è il settimo album di inediti dei Decemberists e giunge a distanza di quattro anni dallo straordinario The King is Dead. Ai tempi fu incredibile il lavoro di demolizioni delle infrastrutture sonore tipiche dei Decemberists, che diedero vita a un album minimalista sotto il profilo dei suoni e dell'approccio.
A partire dalla copertina invece What a terrible world, what a beautiful world riporta in vita l'anima barocca della band di Colin Meloy e quell'aspetto teatrale (scrivo brechtiano, così sembro più figo?) che da sempre ha caratterizzato la loro produzione musicale.
Questo album è al composto pensato in grande e con modestia: i Decemberists sentono di non avere più nulla da dimostrare (e hanno ragione), suonano e cantano con grande agio e rilassatezza, mostrandosi per quello che sono. Comporre canzoni di grande livello per loro è naturale così come arrangiare l'album con grandissimo gusto e suoni curati (belli, sic), un vero piacere per le orecchie.
What a terrible world, what a beautiful world fa bella mostra di una band matura, ricca di talento, classe e di un marchio inconfondibile. Questo è l'ennesimo ottimo album dei Decemberists, consiglio di non perdere il concerto del 1° marzo a Milano.