Zola Jesus a soli 25 anni ha già lasciato un segno nella musica leggera del nuovo millennio e torna con un nuovo lavoro, Taiga, suo quinto album. Il suo eccezionale timbro vocale, profondo ed oscuro, si è fatto largo nella moltitudine di proposte musicali proponendo sonorità elettroniche, cupe ed evocative, che hanno identificato il profilo di questa artista.
Il vero problema per Zola Jesus (un po' come per certi versi è accaduto a Lykke Li, pur nella differenza che esiste tra loro) è come evolvere. L'aver percorso in maniera quasi perfetta una strada non ampia come quella della dark-wave elettronica rende davvero non semplice capire come proseguire senza deludere le attese di fan e appassionati. Con Taiga Zola Jesus in qualche modo riprende da dove lo splendido Conatus terminava e sposta i binari del suo fare musica verso una direzione meno oscura e più accessibile. Definire Taiga un disco commerciale sarebbe esagerato ed ingeneroso, rimangono molto elementi tipici di Zola Jesus, certe affascinanti trame elettroniche che di certo non portano verso facili consensi. Tuttavia non è nemmeno più la cantante oscura e sfuggente del passato quella che sentiamo oggi, Taiga è fruibile facilmente, a tratti decisamente troppo dando l'impressione che Zola Jesus abbia volutamente teso verso una musica che la facesse uscire dalla (comoda) nicchia in cui stava banalizzando il suo approccio musicale. Temo che Taiga non porterà nuovi fan e lascerà perplessi i suoi sostenitori.