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Jack White - Lazaretto, il Re Mida dell'indie-rock è tornato [4/5]

By martchelo on martedì, giugno 10, 2014

Lazaretto arriva a distanza di due anni dall'esordio di Jack White con Blunderbuss, un album eccellente che ha tracciato la strada su cui si sta incanalando sua storia da solista. Tre anni dopo l'addio ufficiale ai White Stripes la ferita non è ancora del tutto rimarginata tanto per i fan quanto per Jack White che di quel progetto era addirittura qualcosa in più del cantante-chitarrista-compositore. Ma siccome stare a guardare il passato è inutile, Jack va avanti (a strappi) con la sua carriera: i Dead Weather (in qualche modo i più "vicini" come sonorità alla sua carriera solista) danno sporadici segni di vita mentre gli strepitosi Raconteurs languono in attesa del terzo album.

Lazaretto è il secondo album solista di Jack White e ci conferma subito una cosa che ben sappiamo: Jack non riesce in alcun modo a sbagliare un colpo, il suo livello di genio e creatività varia, anche in funzione dei gusti di chi ascolta, ma il tasso di qualità della sua musica rimane indiscutibile, un'assoluta certezza. Lasciamo da parte classifiche e confronti, ma negli ultimi 20 anni non so quanti abbiano saputo unire lo status di rock-star con un percorso artistico così netto e qualitativo.
Lazaretto riparte da dove Blunderbuss terminava e propone un rock-blues fortemente venato di country, capace di variazioni sul tema più ricche e dense sempre sostenute da un rarissimo talento melodico. I riferimenti alle radici della musica americana sono molteplici, esibiti e raffinati, capaci di esaltare le versatilità di questo artista: c'è veramente molto da ascoltare in Lazaretto, c'è tantissima musica. Come già accadeva con Blunderbuss la strumentazione è ricca, gli arrangiamenti curati per quanto sempre molto diretti: il minimalismo e l'energia rock dei White Stripes sono però sempre parcheggiati, noi vecchi fan nostalgici è bene che non ci aspettiamo quella versione di Jack.
E' il blues a farla da padrone in Lazaretto, accompagnato da canzoni sempre ben scritte e suonate alla grande. Non aspettative sorprese o canzoni da classifica di facile presa, qui si parla d'altro, si parla di grande musica.


 
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