Indie Cindy è il sesto album in studio dei Pixies (a meno di non accorpare Come on Pilgrim a Surfer Rosa, in tal caso sarebbe il quinto album) e succede dopo 23 anni (!) a Trompe Le Monde, l'album d'addio della prima parte della carriera nonché il meno riuscito dei folletti di Boston. In questi 23 anni sono successe tante cose (che evito di ripercorrere perché tanto si possono facilmente leggere in Rete) che hanno portato i Pixies a:
- sciogliersi improvvisamente
- vedere Black Francis diventare Frank Black
- riunirsi solo per suonare dal vivo
- vedere Frank Black tornare ad essere Black Francis
- perdere Kim Deal, bassista e seconda voce
- pubblicare canzoni inedite nel giugno del 2013.
Le 12 tracce di Indie Cindy ci mostrano una band giocoforza diversissima da quella di 30 anni fa (e vorrei anche vedere), una band che non cerca di fare il verso a sé stessa ma che scrive pagine nuove, coerenti con la propria storia ma differenti da ciò che è stato. Le straordinarie asperità e stramberie che hanno magicamente caratterizzato i primi album dei Pixies sono sostituite da maturità e solidità, il sound è moderno e compatto ancorché personale e riconoscibile. Nessuna canzone lascia il dubbio sulla sua identità: queste canzoni sono in tutto e per tutto dei Pixies, se vogliamo ne esplorano il lato più pop, ma dal vivo tengono botta con l'ingombrante passato visto che l'animo rock e la centralità della chitarra ritmica nono sono certo venuti meno. Di base c'è che il genio melodico del mio adorato ciccione, Black Francis, è in grado di fare ancora la differenza componendo canzoni che racchiudono sempre, piccola o grande che sia, una magia.
Lascio ad altri gli inutili confronti col passato, non mi interessa arrovellarmi sull'attenzione che avrebbe ricevuto Indie Cindy se non fosse stato pubblicato da un gruppo famoso.
I Pixies sono ancora vivi: Death to the Pixies!