MGMT - MGMT, suoni senza idee [1/5]

Nessuno riuscirà mai a convincermi che un gruppo che nasce come una giocosa macchina da singoli elettro-pop, brillanti, originali, indimenticabili, abbandoni consapevolmente questa strada per intraprendere un percorso di "sperimentazione", meditativo e lisergico (termine usato in tutte le recensioni dei MGMT, chi sono io per non usarlo?). Posso, forse, capirlo in musicisti di lungo corso che, un po' per noia e un po' per necessità, si buttano su strade meno immediate cercando di esprimere in maniera macchinosa e artificiosa sentimenti e idee un tempo felicemente condensati in pochi, geniali passaggi.

Ma il caso dei MGMT è diverso, questi temo proprio che siano dei bidoni.
L'album d'esordio, Oracular Spectacular, fu un autentico capolavoro di pop elettronico e nostalgico. Non mancava nulla: idee, suoni, canzoni. Il secondo album, Congratulations, fece subito capire che le idee brillanti latitavano: tempi dilatati, armonie cervellotiche, aria vagamente intellettuale. L'album non era del tutto malvagio ma rappresentava un campanello d'allarme...
Il terzo album, l'omonimo MGMT, serve a farci capire la verità su questo gruppo: è ancora fertile il terreno creativo oppure siamo in piena crisi creativa? Lasciamo un attimo da parte i suoni, sappiamo tutti che certe sonorità elettroniche sono oramai accessibili a tutti, è sufficiente avere un po' di tempo e applicazione per ottenere risultati interessanti. Parliamo delle canzoni, delle idee creative, delle melodie. Perché di registrare una nenia priva di spunti ed idee siamo capaci tutti. Beh, MGMT è pieno di nenie, intriso dell'insopportabile retorica psichedelica (in sintesi: se ti fai di LSD puoi ascoltare per ore qualsiasi menata, tanto a malapena riesci a compiere gesti elementari, figurati valutare se stai ascoltando buona musica) e quasi del tutto privo di idee. Se escludiamo il singolo Your Life is a Lie, furbo e divertente, il resto dell'album è un supplizio.