Io i Gomez li davo quasi per persi, non dico finiti ma perlomeno spenti. E dire che il loro folgorante inizio con Bring it on e (in parte) Liquid Skin sul finire del secolo scorso lasciò un segno profondo nel mio percorso musicale. Lo stesso posso dire dei loro concerti, una band vera, eccellenti musicisti e cantanti (ben 3...), pieni di idee e energia, non certo una bufala. Beh, nonostante tutto ciò ho via via perso interesse nei loro lavori tanto che ho finito per trovarli spesso più ingegnosi che ispirati.
La pubblicazione di Whatever's On Your Mind mi ha spiazzato, perché non ero preparato ad accogliere un nuovo album dei Gomez. E invece, vuoi la lunga lontananza, vuoi la loro ritrovata vena creativa mi sono trovato di fronte a un buon album, fresco ed ispirato, ricco di tutte le peculiarità dei Gomez, dai mix dei loro 3 stili vocali (anche se questo Ben Ottewell liofilizzato non lo capirò mai...hai la voce? Usala!!! Non risparmiarti, non normalizzarti!) alla versatilità che permette loro di miscelare con una formula estremamente personale blues, indie-rock, alternative, rock, folk, psichedelia e experimental.
Whatever's On Your Mind vale Bring It On? La domanda è sbagliata, sono passati 12 anni, i Gomez sono cambiati e vivono distribuiti per il mondo collaborando grazie alle meraviglie che la tecnologia odierna consente a Ian Ball, Ben Ottewell, Tom Gray, Paul Blackburn e Olly Peacock. Con Whatever's On Your Mind dimostrano di essere in grande forma e di avere ancora molto da dire. Bene così.