Che meraviglia l'ignoranza! Io infatti ignoravo che i Band of Horses stessero per pubblicare un nuovo album, mi ero limitato ad acquistare bovinamente i biglietti per il loro concerto all'Alcatraz di Milano. E invece, ieri, l'improvvisa rivelazione: c'è un nuovo album da ascoltare!
Mirage Rock è il quarto lavoro della band guidata da Ben Bridwell, il secondo per una major.
Sinceramente non sapevo cosa aspettarmi, per un gruppo come i Band of Horses le cose cominciano a farsi difficili perché alle spalle hanno 3 album eccellenti (Everything All The Time, Cease to Begin e Infinite Arms) pur nelle differenze dovute al percorso che dal mondo indie-intimista li ha portati al mainstream e a un approccio più immediato e fruibile. Intendiamoci, il tutto in un contesto di coerenza e qualità ammirevoli, sono pochissime le band con un repertorio all'altezza dei Band of Horses (e onestamente mi spiace che l'ottimo OndaRock non l'abbia capito appieno).
Eccoci dunque a Mirage Rock che, a cominciare dal notevole artwork della copertina, riprende il discorso lì dove Infinite Arms finiva, per spostarsi un po' più in là. E, a prescindere dalla qualità dei risultati, è questo che un gruppo deve fare, andare avanti, cambiare, ciò che è stato non tornerà. Quindi, cari fan d'annata (come me) preparatevi a un album che miscelerà sonorità e modi di far musica inconfondibilmente Band of Horses ad approcci molto diversi, in qualche caso fin troppo pop e in qualche altro caso quasi da crooner. Insomma la gamma espressiva dei BoH si amplia e inevitabilmente il risultato si annacqua un po'. Mirage Rock è un disco piacevole ma non all'altezza dei precedenti, contiene buonissime canzoni ma manca l'intuizione melodica geniale cui ci avevano abituati. Ciò non toglie che Mirage Rock è un buon album e che vederli dal vivo a novembre all'Alcatraz sarà una gioia: Knock Knock.