I Am Very Far, sesto album degli Okkervil River lo attendevo con curiosità, 3 anni dopo la parziale delusione di The Stand Ins, perchè questa band mi ha da sempre incuriosito anche se raramente convinto. Il sentimento prevalente dopo aver ascoltato un album degli Okkervil River è infatti sempre stato di parziale soddisfazione, di incompiutezza: bravi ma potrebbero fare (molto) di più.
Ad oggi il loro album che ho amato di più è stato Black Sheep Boy, per certi versi il lavoro più eterogeneo e rock. Del resto l'intimismo ad oltranza mi annoia profondamente e ne fuggo senza esitazioni. Anche in Black Sheep Boy gli Okkervil River a tratti mettevano il "limitatore", insomma non davano del tutto la sensazione di girare a pieno regime.
I Am Very Far è diverso, qualcosa è cambiato nel modo in cui Will Sheff e soci si approciano alla musica. Nessun limite, nessuna barriera preconcetta, libero flusso di emozioni: aperture melodiche, minimalismo e anthem rock si alternano senza un apparente legame narrativo, lontani dai vincoli 'concept' dei lavori precedenti.
La libertà creativa degli Okkervil River non ne trasfigura le caratteristiche, è sempre una band che può evocare, tra gli altri National e Arcade Fire, mantenendo le proprie peculiarità. Ma questi Okkervil River, liberi e creativi danno il meglio di sè sfornando il loro miglior album: Rider lo dimostra appieno!