Conosco poco o nulla i Bright Eyes e, dopo aver ascoltato il loro ultimo (in ogni senso?) lavoro, penso che sia un peccato. The People's Key è infatti il primo album dei Bright Eyes che ascolto ma è l'ottavo che hanno pubblicato fino ad oggi. E temo che sia il loro testamento musicale, pare infatti che la band abbia deciso di salutare con The People's Key. Insomma sto scoprendo una band defunta...
Ma andiamo con ordine.
I Bright Eyes altro non sono che Conor Oberst, mente, cantante e chitarrista, più un manipolo più o meno stabile di collaboratori. La vita di questa band inizia nel 1995 e, da quanto ho letto, è in gran parte riconducibile all'universo indie-folk. Ma The People's Key mi sorprende subito. I richiama folk ci sono, ma c'è molto altro, c'è un'evidente base pop, non mancano le contaminazioni elettroniche, c'è del rock (poco), qualcosa di new wave nel cantato. Ma soprattutto ci sono delle canzoni eccellenti, scritte benissimo, sempre interpretate con un ammirevole understatement, col raro talento di saper toccare le giuste corde emotive di chi ascolta.
I Bright Eyes e The People's Key hanno qualcosa che attrae e che porta ad ascoltare più e più volte questo album, alla ricerca dell'esatta chiave interpretativa della loro musica, sfuggente e inafferrabile, inevitabilmente affascinante: Jejune Stars e Shell Games lo dimostrano inequivocabilmente.