"Il ragazzo è bravo, ha talento e capacità, però potrebbe fare di più." Questa è una delle più classiche frasi che gli insegnanti dicono sui propri allievi, alzi la mano chi non l'ha mai sentita. Beh, io agli Spoon non ho certo nulla da insegnare, ma a ogni loro disco ho l'impressione che avrebbero potuto fare di più, perchè la stoffa è eccellente, l'abito bello ma non da urlo. Transference è il settimo album degli Spoon in 14 anni di carriera e segna un loro lento ma significativo affacciarsi ad una qualche notorietà, perlomeno negli States.
Gimme Fiction, pubblicato nel 2005, fece uscire la band di Britt Daniel dall'ombra regalando loro ottimi riconoscimenti, perlomeno nel mondo indie. Del resto Gimme Fiction rimane il loro capolavoro, un album bellissimo che racchiude in se' il meglio delle loro qualità artistiche.
Transference, che segue Ga Ga Ga Ga Ga (che nome, mah ...), è stilisticamente in linea con Gimme Fiction: ritmica incalzante, suoni prevalentemente acustici, piano utilizzato spesso come contrappunto alla batteria, voce morbida ma incisiva. Definire appieno il sound degli Spoon non è facile, si sprecano i paragoni (che vi risparmio) ma la loro cifra stilistica rimane personale, diversa. In Transference l'anima indie-rock come di consueto si affianca a pop e ballate, in una miscela armoniosa. Transference è un album molto "Spoon", forse non all'altezza di Gimme Fiction ma che non deluderà chi ha ama la band e che potrà forse raccogliere qualche consenso in più del solito (anche se qualche dissonanza qua e là richiede un orecchio un minimo allenato). Written in Reverse è un buon inizio, anche se, certamente, avrebbero potuto fare di più.