I Rolling Stones sono probabilmente il gruppo più sopravvalutato della storia della musica rock. Non intendo parlare di loro in questo post nè addentrarmi nella tediosa, quanto assurda, querelle che li vede sempre confrontati coi Beatles: non scherziamo, è come paragonare un madonnaro a Picasso. Bando alle ciance, le quattro pietre rotolanti hanno però composto un pugno di belle canzoni. Una di queste è Ruby Tuesday, la cui paternità è peraltro incerta.
L'incisione originale dei Rolling Stones è buona, la canzone ebbe infatti subito un buon successo forte della magica melodia del ritornello e della semplicità della strofa. Però l'ascolto lascia un retrogusto indecifrabile, c'è un chè di irrisolto, qualcosa che avrebbe potuto essere ma che non è stato. E' forse il canto privo di sfumature (e intonato così così) di Mick Jagger, è forse l'assenza di cura dei dettagli, l'arrangiamento apparentemente frettoloso o, più in generale, la limitata gamma espressiva del gruppo.
Sarà forse per tutti questi motivi che sono state eseguite molte cover di questa canzone. Fra queste vi consiglio l'ascolto della versione di Battiato: se riuscite a non soffermarvi sulla discutibile pronuncia inglese del Maestro non potrete non restare ammirati dall'atmosfera magica che è riuscito a dare a Ruby Tuesday, finalmente resa al massimo delle sue potenzialità.
"Good bye Ruby Tuesday, Who could hang a name on you?"